Prenotazione per iscrizioni e ritiro materiale Prenota una prova AFM Card Trasferte Centri Estivi Contatti FAQ


Società: suggerimenti ed opinioni



SULLE ANTICHE E NUOVE DOMANDE

baccio da montelupo il 15/11/2005 ha scritto:

Stiamo vivendo in questi giorni, di antiche e nuove domande sui conflitti che assillano la nostra squadra (ma anche molte altre), l’ennesima riprova di quanto amministrare e dirigere una (piccola o grande, è uguale) associazione sportiva sia tra i mestieri più difficili.
Perché il compito dei dirigenti è, prima di tutto, quello di regolare (e non semplicemente gestire) la vita della propria associazione. Funzione per la quale è essenziale, ma non sufficiente, lo strumento della legalità e dei suoi rigori (statuto, carte federali). Essenziale perché al di fuori della legalità si mette a repentaglio l’esistenza stessa della ragione sociale; non sufficiente perché se non si riesce a mediare le varie istanze che provengono dal tessuto sociale, ricercando sempre i più delicati equilibri, si rischia di mandare all’aria baracca e burattini.
La nostra Federazione comprende da una parte le società militari, dall’altro quelle tradizionali di base; le prime dispongono di un preciso budget pubblico; le seconde “scommettono” tutti gli anni su un bilancio che è prevalentemente da confermare, ricavando i denari da iniziative proprie ed atti di liberalità.
Le prime non hanno un consiglio direttivo e nemmeno un’assemblea di soci a cui dover rendere conto, ma hanno una serie di livelli decisionali che possono approvare o meno l’operato dei loro subalterni e mutare il budget.
Non solo: le società tradizionali – le più grandi - hanno visto crescere il numero dei soci e quindi l’evolversi della democrazia sportiva, con i suoi pregi ed i suoi difetti (la difficile arte della declinazione della stessa), ma che contribuisce a lenire il sempre minore intervento finanziario da parte della federazione e del CONI.
Tuttavia in molti casi ciò non è avvenuto compiutamente, anche quando c’erano tutti i prerequisiti per andare a formare un corposo tessuto sociale (una sorta di azionariato popolare).
La trasformazione progressiva delle società di atletica, voluta prima del presidente GOLA, poi oggi da ARESE, pare più un imput, un auspicio, piuttosto che una realtà consolidata. Non c’è dietro questo solo una troppo repentina frattura con il passato che vedeva ai vertici delle società la genesi di una stretta oligarchia, ma anche l’estrema difficoltà di questa stessa a soddisfare i nuovi bisogni e le nuove legittimazioni che provengono dalla base, con le sole modalità del comando e controllo giuridico. Il solo principio della legalità, o dell’apparente legalità, spesso, come è successo, non è capace di contenere ed di trattare, con i suoi strumenti, il complesso intreccio delle funzioni svolte all’interno del corpo sociale.
Eppure i vertici societari sovente si appellano alla mera legalità dei propri atti, sorvolando se questi sono in grado di soddisfare o no la regolazione delle attività in società. La regolazione dell’attività sociale è la capacità dei vertici sociali di intermediare la molteplicità dei fini, dei poteri, degli interessi che danno vita alla società sportiva in senso moderno.
Nel caso dell’atletica i dirigenti dovrebbero perseguire, non solo con gli atti, ma col buonsenso il coordinamento di tutte le attività svolte dai propri tesserati (o soci), e nella fattispecie i rapporti fra i vari settori (agonistico, amatoriale e promozionale), tra gli individui e le funzioni amministrative. Riuscire poi a mobilitare e ad allocare le risorse che a quelle attività sono necessarie, componendo altresì le contrapposizioni (reali o potenziali) qualora si dovessero manifestare.
Queste sono le sfide a cui sono stati chiamati i dirigenti delle società tradizionali di Atletica Leggera per rilanciare una Disciplina Sportiva a quei livelli che, una precedente generazione di dirigenti, evidentemente illuminati, seppe raggiungere non solamente con i denari pubblici (allora le squadre militari erano solo tre), ma con un serio progetto volto alla responsabilizzazione e valorizzazione delle professionalità quotidianamente impegnate nel lavoro sul campo.
Baccio da Montelupo




RE: SULLE ANTICHE E NUOVE DOMANDE

andrea innocenti il 26/11/2005 ha scritto:

Bel pezzo amico/a chiunque tu sia. Mi sembra però di non averti conosciuto qui al campo!
Ma non sarai qualcuno o qualcuna della genia lucchese?
Facci sapere!